In queste ultime settimane l’AGIS, soprattutto ad opera del Presidente della Federazione dello Spettacolo dal Vivo Filippo Fonsatti, ha avviato una nuova stagione di dialogo con governo e forze politiche, al fine di individuare le linee guida per una radicale riforma dello spettacolo dal vivo, anche a seguito del sostanziale insuccesso del “regolamento FUS” del 2014.

Il tema del sostegno pubblico allo spettacolo non è l’unico sollevato dai settori rappresentati in AGIS, nel documento scaricabile QUI in formato testo e QUI in forma di slides, si affrontano questioni di principio come l’affermazione dello spettacolo dal vivo quale “Eccezione Culturale”; punti nodali come la centralità per il settore di artisti, lavoro e occupazione; questioni cruciali come la semplificazione delle procedure amministrative, la fiscalità, lo status delle imprese di produzione e distribuzione, la rimodulazione della sussidiarietà dei finanziamenti tra Stato, Regioni e Comuni.

L’ANAP ha dato il suo contributo a questo documento, inviando all’Ufficio di Presidenza dell’AGIS un documento programmatico che rappresenta alla fin fine la mission strategica della nostra nuova associazione a favore delle Arti Performative di Strada, di Pista e di Figura. Lo riportiamo di seguito integralmente.

Ma questo documento non è che un punto di partenza. Infatti è intenzione del direttivo ANAP chiedere la collaborazione di tutti, associati e non, nel partecipare alla definizione delle priorità di intervento verso le quali le nostre rivendicazioni devono orientarsi. Per questo vi chiediamo di leggere attentamente questo documento, e di intervenire con un vostro commento sul sito ANAP, a margine di questo articolo.

La discussione sarà ripresa nei prossimi incontri associativi con l’obiettivo di varare un programma di iniziative che possano portare a soluzione almeno alcune delle problematiche che il documento evidenzia.

 


 

Analisi dei problemi del settore

delle Arti Performative di Strada,

di Pista e di Figura.

 

A cura dell’ANAP agis

Associazione Nazionale Arti Performative

 

>>> PREMESSA

L’ANAP è un’associazione molto giovane, nata nell’AGIS all’inizio del 2016, ma riunisce realtà di produzione e promozione delle arti performative con una storia molto lunga e significativa alle spalle, e con attività proiettate nel futuro.

I settori di riferimento sono quelli del Teatro (Teatro di Strada), del Circo (Circo Contemporaneo o CircoTeatro), e del Teatro di Figura.

Realtà di Festival come “Mercantia” di Certaldo (FI), Artistiinpiazza di Pennabilli (RN), Veregrastreet di Montegranaro (FM), rappresentano un volano per l’economia, per il turismo e per l’integrazione sociale nei rispettivi territori. Parliamo infatti di eventi che contano decine di migliaia di spettatori, sia che si tratti di manifestazioni a pagamento, sia che si tratti di iniziative gratuite sostenute dalle amministrazioni cittadine. Tanto che le attività economiche del turismo e dei servizi, in questi territori, dipendono nella loro economia annuale da questi eventi.

L’indotto economico di queste attività è quindi molto significativo, ma significativa è anche la forza lavoro che esse sviluppano, soprattutto tra le fila dei giovani.

Gli occupati nella produzione, promozione (Festival), amministrazione, formazione, e nei servizi collegati si contano a migliaia.

Di straordinaria importanza la dimensione culturale e sociale del settore, poiché porta il Teatro e le altre discipline dello spettacolo dal vivo, in luoghi in cui non potrebbero essere fruite sotto nessun’altra forma.

Tutto ciò premesso, dobbiamo però constatare che si tratta di un settore scarsamente considerato dalle politiche centrali, regionali e locali degli organismi pubblici che governano lo spettacolo italiano (mentre è largamente riconosciuto nei paesi più sviluppati del nord Europa). Ciò è certamente una mancanza grave, perchè è proprio in Italia che la sua storia affonda le radici più profonde. Una distrazione incomprensibile per i nostri omologhi europei, e davvero imbarazzante per il nostro personale artistico e creativo, nonché per gli operatori impegnati nella promozione del settore.

Basti pensare che un Festival di medie dimensioni in Italia, attesta il suo bilancio intorno ai 100.000 €, provenienti principalmente da investimenti privati e introiti diretti. Mentre in Europa, la media è 10 volte tanto e la base principale è costituita da investimenti pubblici.

Di seguito sintetizziamo in forma schematica alcune delle problematiche più importanti delle attività rappresentate, sperando di raccogliere l’interesse delle istituzioni culturali e del legislatore, per il superamento delle stesse e un più ampio riconoscimento dell’insostituibile contributo economico, sociale e culturale che le nostre attività riservano al Paese.

 

>>> SOSTEGNO PUBBLICO AL SETTORE

Identità e specificità delle attività da sostenere

Negli ultimi quindici anni di storia del sostegno pubblico allo spettacolo dal vivo, abbiamo compreso una volontà del sistema statale di non ignorare il Teatro di Strada, il Circo Contemporaneo e il Teatro di Figura. Allo stesso tempo è palese come queste attività (per lo meno le prime due) non siano correttamente comprese ed identificate dall’apparato pubblico.

Ad esempio, per oltre un decennio, si sono sostenute le attività di promozione dell’arte di strada (in particolare i Festival) ma NON le attività di produzione, le quali non avevano alcuna chance di presentare una richiesta di contributo, sfuggendo a tutti i parametri di ammissione che la normativa prevedeva.

Ad oggi si finanzia ancora più massicciamente la promozione che non la produzione, poiché le norme regolamentari varate non consentono al 90% delle attività creative di poter concorrere all’ottenimento del contributo. Ma anche nell’ambito della promozione spesso non è correttamente compresa la tipicità dei soggetti richiedenti, dal momento che soggetti pubblici come i Comuni (organizzatori di Festival e Rassegne) sono costretti a dimostrare gli stessi requisiti di ammissione e a sottostare agli stessi parametri di valutazione previsti per le compagnie, senza alcun distinguo a salvaguardia della loro natura specifica.

Per quanto riguarda il Circo Contemporaneo, esso non è specificamente codificato all’interno della normativa e per questo le attività che in questa categoria si riconoscono, non trovano che minimi spazi per presentare una domanda di contributo. Le compagnie di produzione di questo comparto non condividono le stesse modalità di esercizio del Circo Classico. Il loro non è un esercizio commerciale (salvo eccezioni non utilizzano la licenza di cui all’Art. 69 del TULPS), generalmente hanno formazioni contenute tra i due e i sei artisti, si caratterizzano per l’assenza di tendone e per realizzare le proprie performance con minime attrezzature. Con queste caratteristiche, o si prende atto delle loro specificità, o il loro destino resterà quello di essere arbitrariamente escluse dal FUS.

 

Entità del contributo statale

La composizione dei contributi ottenuti nel 2015 dal Teatro di Strada (335.000 €), con quelli ottenuti da attività che possiamo definire di Circo Contemporaneo (490.000 €), e con quelle che si sono proposte nel settore multidisciplinare, pur mantenendo uno stretto legame con il Teatro di Strada o con il Circo (circa 450.000 €), non raggiunge il milione e trecento mila euro. Si è trattato di un anno “straordinario” per il settore, mai si era registrata un’attenzione simile per le nostre attività. Ma l’importo destinato resta sempre uno 0,3% del FUS totale da suddividere tra 3 comparti. Con questa proporzione, e soprattutto a fronte dei reali costi sostenuti dalle attività di produzione e dai festival, questo investimento è molto lontano dal cogliere l’obiettivo del riconoscimento e della promozione del settore. I bilanci dei 3 più importanti festival dei 3 comparti di riferimento, da soli doppiano il contributo pubblico stanziato.

 

Accesso al FUS da parte delle prime istanze.

Per come il Fondo Unico è stato strutturato fino al 2014, l’accesso ai contributi da parte di nuove imprese dei nostri comparti era praticamente impossibile. A seguito di una richiesta di accesso agli atti, è stato verificato nel 2013 che le prime istanze di TUTTO il settore teatrale potevano contare su uno stanziamento limitato a 150.000 €, per effetto di una valutazione di carattere amministrativo più che di carattere regolamentare. Questo a nostro avviso vanificava l’intento dichiarato dai regolamenti adottati in ordine alla distribuzione del FUS, di promuovere il ricambio generazionale e le nuove creazioni. Attività come le nostre che da sempre sono state ignorate o scarsamente sostenute, restavano fuori dal FUS quale che fosse la loro entità, il loro spessore culturale, sociale ed occupazionale, il loro valore artistico e la loro forza innovativa. Il problema è stato fortunatamente superato con il Decreto 1 luglio 2014, e crediamo che questo passo avanti debba essere preservato anche in futuro quale fermo principio, sia dal legislatore sia dall’amministrazione dello stato.

 

>>> PROMOZIONE E COMUNICAZIONE

Promuovere il settore significa permettere all’audience di cogliere la sua rilevanza culturale, sociale e il contributo d’innovazione del quale può essere capace. I nostri Festival operano con mezzi limitatissimi e spesso non riescono a raggiungere questo obiettivo in modo esteso. Gli uffici stampa di questi eventi riescono ad veicolare solo su scala locale contenuti che sarebbero invece di interesse nazionale ed internazionale. Alcuni comparti, come il teatro di strada, trovano una endemica difficoltà nell’essere percepiti in maniera corretta, poiché l’opinione pubblica è legata a stereotipi (l’artista di strada bohémien, improvvisato e ciarlatano è uno di questi !) che sviano l’attenzione rispetto ai contenuti di programmazioni che a volte sono di grande spessore artistico.

Quanto qui rappresentato non è un problema che riguarda esclusivamente gli operatori, ma è un gap che può essere superato solo dal sistema teatrale nel suo complesso, anche attraverso un adeguamento delle politiche istituzionali che dovrebbero favorire la corretta fruizione delle attività, soprattutto quelle sostenute dall’amministrazione statale.

 

>>> FORMAZIONE PROFESSIONALE

Se con il nuovo FUS 2015-2017, un minimo investimento pubblico è stato bene o male riservato alla produzione e alla promozione delle attività performative di strada, del circo contemporaneo e del teatro di figura, il sostegno alla formazione e all’aggiornamento professionale, fatta eccezione per alcune domande accolte nel settore del Circo Contemporaneo, è molto scarso all’interno del fondo unico. Senza un’adeguata formazione nessuna esperienza artistica può eccellere, e le attività di creazione rischiano di non portare a progetti di lunga durata. Per non parlare della possibilità di penetrare il mercato europeo.

I comparti rappresentati, in genere non godono del supporto di strutture stabili che possono assolvere alla funzione di agenzie formative. Perciò, senza un progetto organico di spessore nazionale, la qualità artistica e il ricambio generazionale all’interno delle compagnie di produzione sono di fatto irrimediabilmente compromesse, nonostante la crescente domanda formativa che di anno in anno si registra, soprattutto da parte delle giovani leve.

 

>>> DISTRIBUZIONE

A livello nazionale si riscontrano nel settore diversi problemi legati alla distribuzione. I prodotti artistici delle compagnie italiane – le quali si assumono tutti gli oneri di produzione con scarso sostegno pubblico – non sono concorrenziali rispetto a quelli provenienti da altri paesi, sia per il costo delle produzioni, sia perchè le compagnie del panorama europeo – a differenze delle nostre –  possono accedere ad una formazione di estrema qualità, a sostegni per la produzione ingenti, a sostegni capillari ed efficaci sulle trasferte internazionali.

Non esistono circuiti sostenuti a livello ministeriale nel nostro settore, fatta eccezione per un circuito multidisciplinare (CLAPS) che vanta una certa affinità con il circo contemporaneo e il teatro di strada.

Non ci interessa un sistema di distribuzione centralizzato e ingessato, questo non sarebbe in linea con la vocazione che il settore da sempre esprime verso l’iniziativa libera e indipendente. Sentiamo però l’esigenza di poter attuare progetti trasversali e di cooperazione tra Festival, Rassegne e altre occasioni di programmazione, attraverso bandi e concorsi volti a promuovere le nuove produzioni così come di perseguire l’incremento qualitativo delle creazioni in genere. Diverse iniziative di aggregazione di enti organizzatori di manifestazioni, dimostrano queste esigenze, che restano non corrisposte né da una precisa politica istituzionale, né dalla disponibilità di fondi statali per questo tipo di pratiche virtuose.

 

>>> NORMATIVE SULLA TUTELA E RISCOSSIONE DEL DIRITTO D’AUTORE

La gestione della tutela del diritto d’autore per le produzioni del Teatro di Strada, del Circo Contemporaneo e del teatro di Figura, è uno degli aspetti più problematici per le attività rappresentate dall’ANAP. Le classi più ricorrenti di utilizzo delle opere nel settore, sono ARTE VARIA, PROSA; CONCERTO, CONCERTINO, CIRCO. Il diritto grava molto di più sull’utilizzo della musica che non sulle opere, che per lo più non sono depositate presso la SIAE. Il sistema di riscossione del diritto appare per contro molto lacunoso e inadeguato alle esigenze dei comparti.

I nostri festival vedono una molteplicità di eventi svolgersi in un unico contesto urbano, ma gli uffici di zona della SIAE molto spesso costringono gli organizzatori a dichiarare ogni intervento come un evento a sé stante. Ne deriva un dispendio di risorse ingente per l’apertura delle pratiche e uno scarso riconoscimento verso gli autori (visto che a volte il diritto tutelato è residuale rispetto ai costi della burocrazia).

Inoltre le manifestazioni all’aperto rilevano numerosi problemi anche per le attività cosiddette “itineranti”, per le quali non è chiaro spesso come venga conteggiato il diritto. A tutto ciò si aggiungono le pretese delle industrie fonografiche che hanno cominciato ad esigere dagli organizzatori dei festival la corresponsione dei diritti accessori, su fonogrammi dei quali l’organizzatore non ha e non potrebbe avere alcun controllo. L’intera materia necessita di un riordino che deve essere prima di tutto normativo, laddove anche le istituzioni europee chiedono al nostro paese di armonizzarsi con le direttive comunitarie esistenti.

 

>>> UNA PREVIDENZA A MISURA DELLE MICRO IMPRESE DELLE ARTI PERFOMATIVE

Gli occupati delle Arti Performative di Strada, di Pista e di Figura sono ottimi contribuenti dell’INPS. Eppure il sistema previdenziale dello spettacolo resta ancorato a schemi rigidi che non contemplano lo spettacolo “indipendente”. Nessun attore, acrobata o animatore del teatro di figura potrà mai sostenere 20 anni contributivi con 120 giornate lavorative versate all’anno, a meno di non spalmare il proprio contributo complessivo tra recite, prove e viaggi. L’impossibilità per gli artisti singoli di provvedere direttamente alla propria previdenza (circostanza che ricorre quasi sempre, salvo particolari casi ed eccezioni), favorisce il proliferare del fenomeno delle cooperative di produzione-lavoro, che si limitano ad erogare agli artisti servizi amministrativi e fiscali, ma che non sono veri e propri soggetti di produzione e che di fatto non hanno nelle loro finalità sociali alcunché di mutualistico. Alcuni di questi soggetti sono anche contribuiti dal FUS !

E’ necessario avviare un dialogo con le istituzioni per una riforma, che tenga conto delle specificità delle attività rappresentate, e che permetta agli operatori del settore di poter ambire ad un legittimo ed equo trattamento previdenziale a fronte delle impegnative contribuzioni alle quali sono chiamati quotidianamente.

 

>>> UNA NORMATIVA SULLA SICUREZZA CHE TENGA CONTO DELLE SPECIFICITA’ DEL SETTORE

Negli ultimi anni il tema della sicurezza nello spettacolo è emerso in tutta la sua urgenza, anche a seguito di luttuosi eventi che hanno costretto tutti gli operatori a prendere coscienza della rilevanza della materia. L’azione normativa però è stata condotta senza prevedere una casistica specifica per le attività che si svolgono fuori dai “luoghi deputati”, e questo rende di fatto inapplicabili molte delle norme che dovrebbero tutelare i lavoratori dello spettacolo. Gli spazi urbani che vengono interessati dagli allestimenti teatrali e circensi sono considerati alla stregua di un cantiere edile. Ad un trampoliere può essere richiesto di indossare casco e scarpe anti-infortunio. Acrobati, artisti del fuoco e affini, restano fuori da ogni previsione normativa e di fatto possono operare solo in maniera irregolare. L’organizzazione di un singolo spettacolo di un giocoliere che si esibisce in strada, richiedere la partecipazione di molteplici soggetti (organizzatore del festival, compagnia, fornitore del servi audio luci, etc…) e di conseguenza la burocrazia che gli operatori incontrano nell’ambito della sicurezza – nonostante la semplicità del caso di specie – è particolarmente ostica, e culmina “liricamente” con la necessità di formalizzare una previsione dei “Rischi Interferenti” a cura di tecnici abilitati. E’ necessario promuovere un cultura della sicurezza presso chi opera nel settore, ma allo stesso tempo anche rendere più chiari, snelli e alla portata degli operatori, gli adempimenti per la messa in sicurezza delle attività.

 

 

2 comments on “Per un Nuovo Codice delle Arti Performative
  1. TeatroMinuto ha detto:

    Il documento è molto ben organizzato… tutte rinvedicazioni importanti per le arti performative italiane… il problema è da dove partire? Che possibilità di ascolto hanno le nostre istanze da parte delle istituzioni ?

    L'assocazione ANAP quali strategie pensa di mettere in atto ?

    Grazie comunque per il lavoro che state facendo.

    TeatroMinuto

  2. ANAP ANAP ha detto:

    Caro Teatro Minuto, grazie per il tuo commento e per l'apprezzamento verso il lavoro svolto.

    Il primo e principale elemento per far in modo di essere ascoltati dalle istituzioni, è dimostrare di essere un soggetto credibile, unito e che rappresenta in maniera efficacie le istanze che vengono dal settore.

    Anche se nati da 8 mesi, il potenziale dell'associazione risiede nel know how dei suoi associati. Sappiamo bene come si affronta il parlamento e i vari livelli istituzionali di governo: Ministeri, Regioni, Comuni. Il nostro è un ideale di servizio verso la categoria, ma abbiamo bisogno di fiducia da parte degli operatori.

    Questo è il momento di riconoscersi in un percorso comune e di agire. Da qui alla Primavera 2017 si giocherà una partita importantissima per il futuro dello Spettacolo italiano… non dobbiamo mancare l'appuntamento !

     

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