L’ANAP presente per 2 giorni alle Consultazioni del Ministero sul Nuovo Codice dello Spettacolo. Quale futuro per le arti performative ?

C’eravamo. Siamo stati in Ministero per ben due giorni. Siamo intervenuti sia durante l’audizione riservata al mondo del Teatro che a quella dedicata al Circo e allo Spettacolo Viaggiante. Abbiamo rappresentato sia al Direttore Generale dello Spettacolo dal Vivo, Antonio Parente, sia al Sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi, le caratteristiche e le aspettative del nostro settore.

Abbiamo ricordato una volta ancora che il ruolo dello spettacolo dal vivo è quello di stare in mezzo alla gente. Abbiamo risposto al maestro Nicola Piovani, intervenuto prima di noi: seppur d’accordo con lui sul fatto che il MiC dovrebbe prima di tutto occuparsi di arte e poi di Cultura, crediamo che l’arte di interesse pubblico debba essere prima di tutto quella popolare. Se non si pone al centro il carattere popolare dell’arte, al quale tra l’altro sono da sempre improntate le composizioni del maestro Piovani, è preferibile che il mandato del dicastero resti rivolto più generalmente alla Cultura, o ancora meglio “alle culture”. Abbiamo poi denunciato, per l’ennesima volta, lo scandalo di un settore – quello del Teatro di Strada- che è stato ammesso al sostegno pubblico solo in linea teorica, con una assegnazione annuale indegna, che non è minimamente proporzionata all’impatto sociale, culturale, artistico, occupazionale che esso può dimostrare.

L’occasione era quella rilevantissima delle consultazioni del Ministero della Cultura per la definizione dei decreti attuativi del Nuovo Codice dello Spettacolo, la legge quadro che lo Spettacolo Italiano sta aspettando da trent’anni. Tutti si sarebbero aspettati di venire a sapere qualcosa di più sui contenuti di questi decreti, e invece questa aspettativa è stata del tutto delusa.

Noi però abbiamo ottenuto due risposte. La prima dal Sottosegretario Mazzi: “sull’interesse prioritario del MiC per lo Spettacolo Popolare non dobbiamo avere dubbi”; questo ci solleva, per quanto – prima di festeggiare – attenderemo logiche e conseguenti iniziative concrete che facciano finalmente uscire questo settore, vitale per la cultura italiana, dalla marginalità nella quale da decenni è stato relegato. La seconda risposta, più tecnica, è stata quella del Direttore Antonio Parente, laddove la verità istruttoria dimostrerebbe che se il Teatro di Strada non ha assegnazioni elevate è colpa delle poche domande che vengono presentate ai sensi degli Articoli 13 (produzione) e 17 (Festival) del DM 27.072.2017 a valere sul FNSV e della esiguità dei disavanzi di bilancio dei quali esse sono gravate.

C’è un altro esito delle due piovose giornate che il Presidente ANAP Carlo Lanciotti e il Direttore Alessio Michelotti hanno passato in Via del Collegio Romano in Roma, martedì 26 e mercoledì 27 marzo. L’incontro sul circo è stato tra i due appuntamenti forse il più movimentato. Era invitata anche la LAV e il tema degli animali nel Circo ha tenuto banco per molta parte della mattinata. Ma anche il rapporto tra Circo classico e Circo contemporaneo ha impegnato non poco relatori e partecipanti. Erano presenti molti esponenti dei due comparti. Molti produttori e promotori del Circo Contemporaneo, che possiamo anche definire simpatizzanti ANAP, erano presenti. Così come era presente buona parte del mondo delle famiglie di tradizione. Il sottosegretario Mazzi, su mandato del Ministro Sangiuliano, si è espresso per una riorganizzazione delle due categorie e della strategia di sostegno pubblico. Inoltre ha sottolineato quanto a suo giudizio la tradizione debba essere adeguatamente conservata e valorizzata.

Dunque ci sarà il rischio di un de-finanziamento delle esperienze innovative nell’ambito circense? Verrà ascoltato l’appello di Antonio Buccioni, presidente dell’Ente Nazionale Circhi, il quale ha chiesto al Ministero, nel predisporre l’articolato del nuovo decreto, di definire l’impresa circense a partire dall’effettiva proprietà di tenda e carovana? Qual è la dimensione attuale e la natura peculiare delle imprese del Circo contemporaneo? Quanta produzione e quanti festival sono finanziati in questo ambito? Si tratta di arti performative?

Certo si tratta di arti performative, ma esse si riconoscono nell’ambito “Circo” e non in quello del “Teatro” (e quindi non nel novero del – povero – “Teatro di Strada”). Durante gli ultimi quindici anni hanno conosciuto un crescente accesso al sostegno pubblico ed oggi il loro “fondo” è quasi paragonabile a quello di cui gode il circo classico. Hanno svoltato insomma. Eppure i Festival di Circo contemporaneo in Italia continuano a contarsi sulle dita di due mani. Il Circuito di riferimento del piccolo e medio circo contemporaneo resta, dai primi anni 2000 ad oggi, quello del Teatro di Strada.

Se non vogliamo che il Nuovo Codice dello Spettacolo, ancora una volta, vada a marginalizzare quanto di più nuovo lo spettacolo italiano è riuscito a concepire, nelle piazze come sotto i piccoli chapiteaux dove tutte le discipline performative sono capaci di intrecciarsi, forse è il momento di ricostituire queste connessioni e di condividere un progetto politico comune, una strategia di sviluppo complessiva. Perché è interessante che venga sostenuta la formazione professionale e la produzione, ma se non si sostiene il circuito deputato ad accogliere le produzioni, l’anello non si chiude, e le produzioni italiane – per quanto di alta qualità – al massimo avranno mercato fuori dal paese di origine.

L’occasione migliore e più immediata è la nostra assemblea del 9 Aprile a Sasso Marconi, l’assemblea della Associazione Nazionale delle Arti Performative, co-fondatrice della Federazione Italiana dello Spettacolo Popolare, organismo AGIS che si sta avviando ad avere lo stesso rilievo di Federvivo e ANEC.

Ricomponiamo l’unità dello spettacolo performativo, in qualsiasi forma, anche federativa. E tassativamente, a dicembre 2024 e Gennaio 2025, tutti i festival che ancora non hanno ottenuto un contributo dal MiC, tornino a preparare le migliori candidature possibili, in massa. In modo che nessuno possa più dire che le domande del Teatro di Strada a Roma non arrivano!

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